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Capitolo 11 - Statistica: Applicazioni pratiche per gli ortopedici

Mohit Bhandari, MD, MSc, FRCSC

VI. Test diagnostici

A. Definizione della terminologia

  • Specificità - La percentuale di soggetti realmente privi del disturbo designato, correttamente identificati dal test.
  • Sensibilità - La percentuale di soggetti che presentano realmente il disturbo designato, correttamente identificati dal test.
  • Valore predittivo positivo - La percentuale di soggetti con un test positivo affetti dalla patologia.
  • Valore predittivo negativo - La percentuale di soggetti con un test negativo non affetti dalla patologia.
  • Rapporti di verosimiglianza - Per un test diagnostico o di screening (comprendente i segni clinici o i sintomi), il rapporto di verosimiglianza esprime la probabilità relativa che i risultati di un dato test fossero attesi in un soggetto con la patologia d'interesse (rispetto a uno senza tale patologia).
  • Accuratezza - Per un test diagnostico o di screening, l'accuratezza risiede nella sua capacità complessiva d'identificare i pazienti affetti dalla patologia (veri positivi) e quelli liberi dalla stessa (veri negativi) nella popolazione dello studio.

B. La Figura 3 illustra l'applicazione di questi concetti alle soglie relative alla proteina C reattiva.


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Figura 3 Test diagnostici.
Una tabella 2 x 2 rappresenta le soglie di proteina C reattiva per diagnosticare un’infezione. Vengono presentate diverse caratteristiche del test, tra le quali la sensibilità, la specificità e i rapporti di verosimiglianza. (Riproduzione autorizzata da Bhandari M, Devereaux PJ, Swiontkowski M, et al: Internal fixation compared with arthroplasty for dispiace fractures of the femoral neck. J Bone Joint Surg Am 2003;85:1673-1681). 

Elementi salienti

1. La migliore definizione di bias, nella ricerca clinica, è quella di una deviazione sistematica dalla realtà.

2. La randomizzazione, l'occultamento dell'allocazione e la cecità rappresentano dei principi metodologici fondamentali volti a limitare la possibilità di bias nella ricerca clinica.

3. Si verifica un errore di tipo II (β) quando uno studio conclude affermando l'assenza di differenze tra i trattamenti, mentre in realtà delle differenze esistono.

4. La potenza di uno studio è la sua capacità di rilevare una differenza tra i trattamenti, quando esiste una differenza reale.

5. Il valore di p è definibile come la probabilità, nell'ambito dell'assunzione dell'assenza di differenze (ipotesi nulla), di ottenere un risultato uguale o più estremo rispetto a quello effettivamente osservato.

6. Un intervallo di confidenza (IC) al 95% è l'intervallo all'interno del quale la stima reale dell'effetto ricade il 95% delle volte.

7. Due medie sono confrontabili con un test t di Student.

8. Due percentuali sono statisticamente confrontabili con un test del Chi-2 (c2).

9. La specificità di un test è la percentuale di soggetti che non presentano il disturbo identificati correttamente dal test.

10. La sensibilità di un test è la percentuale di soggetti che presentano il disturbo designato identificati correttamente dal test.

 

   

MODULO 1:
CONOSCENZE FONDAMENTALI

MODULO 2:
COLONNA VERTEBRALE