Elementi salienti
1. Le ASD sono definite da una scoliosi laterale e rotatoria della colonna >10° in un individuo maturo dal punto di vista scheletrico.
2. Una percentuale compresa tra l’1,4 e il 12% della popolazione presenta una scoliosi >10°.
3. Nei soggetti affetti da ASD un sintomo comune è rappresentato dal dolore alla schiena e agli arti inferiori.
4. Diversamente dalla tipologia classica di claudicatio neurogenica, i soggetti che presentano scoliosi e stenosi non ottengono sollievo con la posizione seduta o la flessione in avanti.
5. La progressione della scoliosi è probabile, specialmente nei soggetti che presentano curvature toraciche o con rotazioni pre-esistenti osservabili alle radiografie.
6. Per una valutazione completa si dovrebbero ottenere proiezioni radiografiche in AP e in laterale con cassette lunghe. Le misurazioni dovrebbero comprendere gli angoli di Cobb per valutare l’entità di tutte le curvature, la linea a piombo da C7 per stimare lo squilibrio sagittale e la linea verticale al centro del sacro per identificare disallineamenti coronali.
7. La mielografia TC risulta particolarmente utile nella valutazione della presenza di stenosi e dell’anatomia ossea, in quanto la rotazione rende difficoltosa l’interpretazione delle immagini ottenute con l’MRI.
8. Il trattamento non chirurgico costituisce la prima terapia di elezione e si conferma il caposaldo terapeutico nei soggetti che presentano controindicazioni chirurgiche.
9. La correzione di queste deformità necessita spesso di interventi combinati per via anteriore e posteriore, sia in stadi successivi sia eseguiti nella stessa giornata. Gli interventi combinati possono essere più lunghi, determinando una maggiore incidenza di complicanze e un grado di stress clinico complessivo maggiore per il paziente. Sono fondamentali un’attenta pianificazione pre-operatoria per l’approccio da utilizzare, la correzione delle deformità mediante osteotomie e l’ottimizzazione delle condizioni cliniche.
10. Gli obiettivi primari della chirurgia sono costituiti dall’ottenimento dell’equilibrio della colonna, dall’attenuazione della sintomatologia dolorosa e da una robusta artrodesi.
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