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Capitolo 9 - Patologia degenerativa lombare e lombalgia

Thomas E. Mroz, MD Michael Steinmetz, MD

 

III. Valutazione

A. Anamnesi

  1. La degenerazione lombare può determinare lombalgia, con o senza radicolopatie pelviche o agli arti inferiori.
  2. La diagnostica differenziale per le cause vertebrali di lombalgia è ampia (Tabella 1), ma un'anamnesi e un esame obiettivo adeguati possono restringere le possibilità.
  3. Anche diverse condizioni extravertebrali possono provocare lombalgia (Tabella 2).
  4. È fondamentale essere a conoscenza di pregressi interventi chirurgici alla colonna vertebrale e di qualsiasi complicanza associata.
  5. Deve essere prestata attenzione a eventuali incongruenze presentate dal paziente, o da chi riferisce il problema, e a ogni potenziale questione di guadagni derivati. All'occorrenza, deve essere effettuata un'indagine sulle controversie legali in corso.


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Tabella 1.


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Tabella 2.

B. Valutazione neurologica

  1. Registrare tutti i deficit. Se presenti, chiedere ai pazienti di fornire esempi di tali deficit, in quanto questo restringerà la portata del problema.
  2. Devono essere osservati gli effetti della posizione sui sintomi, e i fattori che determinano esacerbazione o alleviamento del problema.

C. Esame obiettivo

  1. Osservare da vicino il paziente durante la deambulazione e gli spostamenti, annotando la presenza di dolore, reazioni antalgiche o atassia.
  2. Effettuare un meticoloso esame neurologico, registrando ogni eventuale incongruenza.
  3. Eseguire sempre i test di provocazione (per es., sollevamento dell'arto inferiore, manovra di Wasserman).

D. Imaging

1. Radiografie

  • Le radiografie AP e laterali devono costituire il primo esame utilizzato nella valutazione della colonna vertebrale lombare.

i. È necessario ottenere tali immagini nei pazienti che riferiscono la presenza di lombalgia da 6 settimane, in assenza di segnali di allarme. La presenza di segni o sintomi indicativi di patologie tumorali o d'infezioni richiede una valutazione radiologica precoce.

ii. Vanno indagati: l'allineamento coronale e sagittale, e la presenza o assenza di degenerazione discale; le alterazioni ossee o dei tessuti molli; e la presenza di fenomeni aterosclerotici del sistema vascolare addominale.

  • Nei pazienti per i quali si sospettino difetti della pars interarticularis occorrono proiezioni oblique.
  • Proiezioni in flessione ed estensione vanno ottenute nei casi di spondilolistesi o di sospetta instabilità dei legamenti. Le radiografie statiche e la MRI non sono sufficienti per diagnosticare o quantificare l'instabilità del segmento.

2. Imaging di risonanza magnetica (MRI, magnetic resonance imaging)

  • La MRI mostra l'anatomia dei tessuti molli della colonna vertebrale meglio di qualsiasi altra modalità di imaging.
  • La MRI deve essere utilizzata in aggiunta all'anamnesi e all'esame obiettivo; la decisione relativa a un intervento chirurgico non deve basarsi unicamente sugli esiti della MRI.
  • Deve essere eseguita una MRI nei casi di sospetto di patologie tumorali, infettive e di dorsalgie isolate non responsive ai trattamenti non chirurgici per 3 mesi.
  • La MRI è indicata per i soggetti con deficit neurologici focali o diffusi al momento della presentazione, o insorti successivamente.
  • La MRI non è indicata nella maggior parte dei pazienti con radicolopatie lombari dolorose, se non dopo più di 6 settimane d'insuccesso con trattamenti non chirurgici o peggioramento clinico (vale a dire progressione del dolore, sviluppo di deficit neurologici). La MRI è indicata nei soggetti che presentino inizialmente algie intrattabili agli arti inferiori tali da non riuscire a proseguire con trattamenti non chirurgici.
  • Nel post-operatorio, i pazienti devono essere sottoposti a MRI con mezzo di contrasto per aiutare a differenziare la fibrosi perineurale e la degenerazione discale.

i. Nelle immagini pesate in T1, le cicatrici sono vascolarizzate e iperintense.

ii. Nelle immagini pesate in T1, il materiale discale è avascolare e ipointenso.

  • La MRI nei pazienti con materiali metallici in sede genererà spesso abbondanti artefatti che possono oscurare l'area d'interesse clinico.

i. È possibile ridurre al minimo tali artefatti utilizzando sequenze di tipo turbo spin-echo senza saturazione lipidica.

ii. Nei casi di scarsa definizione anatomica, può essere utile una tomografia computerizzata con mielografia (mielografia-TC).

3. Mielografia-TC

  • La mielografia-TC è utile nella definizione dei tipi di recessi centrali e laterali, delle stenosi foraminali con o senza parti metalliche ritenute, e dello stato di fusione.
  • Le ricostruzioni sagittali e coronali sono particolarmente utili nelle valutazioni della fusione.
  • La TC senza mielografia è particolarmente utile nel definire l'integrità strutturale, nei casi di neoplasie e d'infezioni.

 

   

MODULO 1:
CONOSCENZE FONDAMENTALI

MODULO 2:
COLONNA VERTEBRALE