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Capitolo 3 - Imaging della colonna vertebrale

Nitin N. Bhatia, MD

III. Imaging di risonanza magnetica (MRI, Magnetic Resonance Imaging)

A. Biofisica

  1. La qualità dell'onda radio iniziale, la densità e l'ambiente chimico degli atomi allineati determinano l'aspetto del tessuto all'indagine di risonanza magnetica.
  2. La potenza dello scanner viene misurata solitamente in unità Tesla (T).
  3. Le spire magnetiche poste sopra la parte del corpo da esaminare possono migliorare l'immagine ottenuta con lo scanner per MRI.
  4. Il tempo che gli atomi d'idrogeno impiegano per tornare al loro equilibrio iniziale è detto tempo di rilassamento. I due tempi di rilassamento analizzati sono quello longitudinale (T1) e quello trasversale (T2), correlati con le caratteristiche fisiche del tessuto  in esame.

a. Immagini pesate in T1 - in queste immagini il tessuto adiposo, i liquidi proteici e gli ematomi subacuti appaiono chiari.
b. Immagini pesate in T2 - in queste immagini le strutture con aumentato contenuto acquoso quali le cisti, i tessuti flogistici, il liquido cerebrospinale, le fratture acute e le neoplasie appaio chiare e ben visualizzabili.

B. Utilizzo clinico per le patologie della colonna vertebrale

1. La MRI fornisce una visualizzazione eccellente dei tessuti molli, compresi i dischi intravertebrali, i legamenti, le faccette articolari, i nervi e il midollo spinale.

2. La MRI è utile per la valutazione dei traumi, comprese le rotture dei legamenti e le alterazioni di segnale del midollo spinale.

a. Variazioni di segnale osservabili nel midollo a seguito di un trauma possono indicare la presenza di emorragia o edema.
b. L'emorragia si associa a una prognosi significativamente peggiore, rispetto all'edema.
c. Le fratture da compressione acute e subacute mostrano un aumento di segnale nelle immagini pesate in T2 e in quelle STIR (short T1 inversion recovery).

3. Contrasto intravenoso con gadolinio

a. Utile nelle neoplasie, nelle infezioni e in caso di pregressi interventi chirurgici alla colonna
b. Le strutture ipervascolarizzate appaiono iperintense nelle immagini pesate in T1, dopo infusione del mezzo di contrasto.
c. Nei soggetti precedentemente sottoposti a interventi sulla colonna, le recidive delle ernie discali risulteranno prive di vascolarizzazione, apparendo pertanto ipointense, mentre il tessuto cicatrizzato è vascolarizzato e appare iperintenso.

4. Angiografia con risonanza magnetica (MR, magnetic resonance)

a. L'angiografia con MR crea una mappa vascolare su piani multipli, ed è utile per valutare la vascolarizzazione all'interno e attorno alla colonna vertebrale.
b. L'angiografia con MR andrebbe presa in considerazione nella pianificazione di complessi interventi chirurgici alla colonna vertebrale in soggetti con alterazioni anatomiche (per es., interventi di revisione, pazienti che hanno subito traumi, affetti da neoplasie o da altre lesioni distruttive).

5. MRI in ortostatismo e dinamica

a. Un vasto numero di patologie della colonna correla con il carico assiale o con i movimenti della colonna stessa.
b. Apparecchiature appositamente progettate consentono di effettuare indagini MRI con il paziente in ortostatismo, in flessione e in estensione (Figura 3).

6. Significato clinico

a. Occorre cautela nell'interpretare i risultati della MRI nei soggetti asintomatici. Diversi studi hanno mostrato dei tassi di positività degli esiti della MRI fino all'80% in pazienti asintomatici.
b. Gli esiti della MRI devono essere posti in correlazione con la sintomatologia lamentata dal paziente, utilizzando tali risultati per definire i protocolli di trattamento, perché diversi studi hanno mostrato scansioni MRI positive in soggetti asintomatici.


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Figura 3
Immagini di una spondilolistesi a livello di L4-L5, nelle quali vengono mostrati i vantaggi della  flessione dinamica e delle radiografie in estensione. A, Radiografia lombare laterale sotto carico in posizione neutrale, nella quale viene evidenziata una minima spondilolistesi a livello di L4-L5 in un soggetto con severa lombalgia e intorpidimento degli arti inferiori, con claudicatio neurogenica. B, Immagine in flessione laterale nella quale si evidenzia un significativo incremento dello spostamento anteriore del corpo vertebrale di L4. C, MRI sagittale pesata in T2 nella quale viene mostrata una grave stenosi midollare in L4-L5. Va inoltre osservato come l’anterolistesi in L4-L5 paia ridotta, in questa risonanza magnetica eseguita in posizione supina. 

   

MODULO 1:
CONOSCENZE FONDAMENTALI

MODULO 2:
COLONNA VERTEBRALE